Sono già passati 15 anni dalla morte di don Lucio Calore: martedì 7 febbraio la sua parrocchia natia di Cristo Re in Padova lo ricorderà, evidenziando una delle molteplici sfaccettature della sua personalità.
«Abbiamo scelto di raccontare e ricordare il “don Lucio giornalista” – spiega Roberto Bonato, presidente dell’associazione Amici di don Lucio – Un ponte verso il volontariato – Aveva una penna piuttosto facile ed efficace e abbiamo raccolto una serie di testi da lui scritti sulla Difesa del popolo, ma anche su altre riviste o notiziari. In occasione della nostra assemblea di martedì 7 distribuiremo un fascicolo che raccoglie questi testi per dare modo a chi lo ha conosciuto di ricordare alcune sfumature della sua personalità, e a chi invece non lo ha conosciuto di apprezzare una personalità ricca e pronta ad affrontare tante situazioni impegnative con decisione e concretezza».
Lucio Calore era nato nel 1939 nella parrocchia di Cristo Re e fu un giovane laico impegnato particolarmente nell’Azione cattolica, diventandone responsabile diocesano per il settore giovani nel 1968. Laureato in economia e commercio, lavorò per alcuni anni alla Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. Maturò in età adulta la vocazione al sacerdozio: fu il vescovo Girolamo Bortignon a consacrarlo nel novembre 1976, proprio nella sua parrocchia in occasione della festa liturgica patronale.
Svolse servizio per un paio di anni a San Giuseppe, prima di essere chiamato come assistente del “suo” settore giovani di Ac. Si aprì poi la fondamentale pagina alla guida della Caritas diocesana: tra il 1985 e il 1996 ebbe modo di mettere in pratica la sua sensibilità verso i più deboli e poveri. Don Lucio guidò per molti anni anche l’Irpea e fu tra i promotori della nascita di casa Madre Teresa, opera segno del Giubileo del 2000: fu lui a benedire la prima pietra nel 2001, ma non fece in tempo a vederla completata.