Martedì 4 ottobre casa Madre Teresa di Calcutta si apre alla città.
La struttura diocesana per i malati di Alzheimer e le loro famiglie conclude così i festeggiamenti che ricordano i dieci anni di attività.
Un cammino già lungo che l’ha vista sempre più affermarsi da protagonista come primo centro specializzato sul territorio, ora caposcuola in termini di esperienza e proposte educative. «Qui accogliamo ospiti che si trovano a fare i conti con una malattia che non guarisce – spiega Andrea Melendugno, lo psicologo della struttura – Casa Madre Teresa si prende carico di persone non per curarle, ma per prendersene cura».
L’Alzheimer è definita anche la malattia della famiglia: rivoluziona tutto l’aspetto e l’assetto familiare in termini di autonomia e risorse e quindi risente anche dei cambiamenti sociali. «I pazienti ci dicono che oggi le famiglie sono sempre più sole. A fronte dell’aumento del bisogno di assistenza c’è una diminuzione delle risorse economiche legate alle reti familiari e anche ai vicini. Oggi sono sempre più realtà mononucleari. A questo si aggiunge che la malattia spaventa e allontana, perché molto difficile da gestire.