240 comunità femminili, 40 maschili per un totale di 1700 religiosi e religiose impegnati sul territorio diocesano. Una ricchezza numerica che si traduce in un tesoro ancor più prezioso fatto di relazioni umane intessute, preghiere e impegno diretto nelle parrocchie, dentro le scuole, negli ospedali e in altre realtà legate al mondo della sofferenza.
Ma la vita consacrata non è fatta solo di comunità e istituti di vita apostolica, contempla al proprio interno anche la presenza silenziosa e nascosta dei 7 eremiti ed eremite diocesane, come pure quella dei monaci dei 7 monasteri femminili e dell’unico maschile di clausura; a questi religiosi si aggiungono, inoltre, le 9 collaboratrici apostoliche diocesane e le 6 donne che hanno iniziato il cammino dell’ordo virginum.
Giovedì 2 febbraio, giornata mondiale della vita consacrata, questi uomini e donne si incontreranno con i fedeli delle proprie comunità parrocchiali e i preti che con loro collaborano, per celebrare assieme al vescovo Claudio la giornata.
Don Alberto Albertin, delegato vescovile per la Vita consacrata, ci offre qui un suo breve intervento.
Suor Teresa Pavan, segretaria diocesana Usmi, ci offre qui un suo breve intervento.
La celebrazione si svolge dalle 17 in basilica Cattedrale a Padova. La novità particolare di quest’anno è che saranno presenti anche 25 monache di clausura: a loro verrò affidato il compito di distribuire i ceri benedetti che poi verranno portati nelle singole comunità.
Le offerte raccolte durante la celebrazione verranno consegnate a Caritas diocesana e destinate ai progetti dell’emergenza freddo.