Qual è la visione di chiesa di papa Francesco? E su quali fondamenti poggia il suo pensiero, che si esprime in modo diretto, con parole penetranti, e si manifesta in gesti semplici, all’insegna di una novità di stile che fin dall’inizio ha caratterizzato l’attuale pontefice? A cinque anni dall’inizio del pontificato di papa Francesco, la Facoltà teologica del Triveneto, in collaborazione con l’Associazione culturale Antonio Rosmini, promuove un dialogo tra un filosofo, Massimo Borghesi, e un teologo, Roberto Repole, sul tema Jorge Mario Bergoglio – Papa Francesco: la formazione, il pensiero, l’opera. Biografia intellettuale e sogno di una chiesa evangelica. L’appuntamento è martedì 29 maggio alle ore 17 a Padova, nella sede della Facoltà (via del Seminario 7).
Massimo Borghesi, docente di Filosofia morale all’Università di Perugia e autore del volume Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale. Dialettica e mistica (Jaca Book), porterà un contributo alla conoscenza della formazione intellettuale dell’uomo Jorge Mario Bergoglio. Roberto Repole, docente di Teologia sistematica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale – sezione di Torino, presidente ATI-Associazione teologica italiana e autore del libro Il sogno di una chiesa evangelica. L’ecclesiologia di Papa Francesco (Libreria Editrice Vaticana), metterà in evidenza le radici teologiche del magistero di papa Francesco.
Il pensiero di Jorge Mario Bergoglio si muove entro «un quadro di straordinaria ricchezza, […] fatto di scambi culturali fra Europa e America Latina, di intrecci dai quali emerge con forza la communio cattolica» scrive Massimo Borghesi nell’introduzione al volume Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale. Dialettica e mistica. «Bergoglio rappresenta, nella sua apparente semplicità, una figura complessa […] Quest’uomo, che viene criticato da pontefice per essere troppo preoccupato per le sorti del mondo, è un “mistico”. Il fondo del suo pensiero e del suo animo si nutre degli Esercizi di sant’Ignazio, del filone mistico della Compagnia di Gesù, quello che unisce contemplazione e azione. […] Un pensiero mistico è un pensiero aperto, che non chiude gli spiragli […] perché la riconciliazione è opera di Dio, non primariamente dell’uomo. Ciò spiega la sua critica a una chiesa “autoreferenziale”, chiusa nella propria “immanenza”, segnata dalla doppia tentazione del pelagianesimo e dello gnosticismo. Il cristiano è “de-centrato”, il punto di equilibrio fra gli opposti è fuori di lui».
Se Bergoglio ha alle spalle, «soprattutto e primariamente, la lunga e radicale esperienza del religioso e del pastore, ciò non significa che il suo magistero non sia supportato da una teologia» afferma Roberto Repole nel volume Il sogno di una chiesa evangelica. L’ecclesiologia di Papa Francesco. Nel magistero di Francesco «confluisce tanto la benefica novità dell’insegnamento conciliare, quanto quella della teologia che lo ha preparato e vi ha fatto seguito. […] Appare ormai come un punto di non ritorno ciò che tanto la teologia recente quanto il magistero conciliare hanno insegnato: che la dottrina, cioè, non è né può essere qualcosa di estraneo rispetto alla cosiddetta pastorale. La verità che la chiesa è chiamata a custodire è quella del Vangelo di Cristo, che deve essere comunicato alle donne e agli uomini di ogni luogo e ogni tempo. Per questo il compito del magistero ecclesiale deve essere anche quello di favorire la comunicazione del vangelo. E per questo, la teologia non potrà mai ridursi a un asettico esercizio da tavolino, sganciato dalla vita del popolo di Dio e dalla sua missione di far incontrare le donne e gli uomini del proprio tempo con la novità perenne e inesauribile del vangelo di Gesù».