La Facoltà teologica del Triveneto ha dedicato al tema della Riforma protestante il convegno accademico annuale dal titolo Giubileo della misericordia, giubileo della Riforma: una prossimità feconda?, che si è tenuto il 10 novembre 2016, a pochi giorni dalla commemorazione dei 500 anni della Riforma svoltasi a Lund con la partecipazione di papa Francesco accanto ai rappresentanti delle 145 chiese della Federazione luterana mondiale.
Un fatto straordinario che dimostra – ha sottolineato la teologa luterana Elisabeth Parmentier nella relazione di apertura del convengo padovano – che «l’ecumenismo tra i cristiani non è opzionale». «È indispensabile che i cristiani si alzino in piedi assieme – ha proseguito – per resistere alle angosce profonde che dominano l’attualità. È urgente mostrare che il fine profondo di ogni religione è la pace fra gli esseri umani. Tutte le religioni devono rifiutare di lasciarsi strumentalizzare per ragioni politiche o economiche». Se non si può cambiare, il passato si può però interpretare in modo costruttivo per l’avvenire e nella Riforma protestanti e cattolici possono trovare il loro fondamento comune: la riscoperta del vangelo. Al centro del suo intervento la teologa della Facoltà di teologia dell’Università di Ginevra ha posto la certezza che «l’unico balsamo che i cristiani possono portare in mezzo alle sofferenze del mondo è il senso del vangelo». E proprio sul vangelo ha posto il collegamento con il giubileo della misericordia: «Il vangelo ha anche altri nomi, in particolare il bel nome di “misericordia” rimesso in auge da papa Francesco, e il nome di “giustificazione” nelle chiese della riforma. Questi fiumi biblici, la misericordia e la giustificazione, si irrigano reciprocamente e ci permettono di collaborare meglio nella testimonianza cristiana». Oggi, in un tempo in cui siamo alla ricerca di nuovi linguaggi per la testimonianza cristiana e per la pastorale, «la misericordia e la giustificazione si riecheggiano a vicenda per dire il senso del vangelo».
Il doppio giubileo, nel quale si incontrano misericordia e giustificazione, dovrebbe portarci ad assumere veri metodi di riconciliazioni, efficaci nella realtà di oggi, ha affermato Parmentier, sottolineando come questa sia stata anche l’intenzione della cerimonia comune a Lund: mostrare che il potere della riconciliazione è liberatore. La teologia ecumenica «ha come suo punto di forza il fatto di non essere solo speculativa o interpretativa, ma collegata a un dinamismo trasformatore: è una teologia “performativa”». «Le chiese temono di perdere ciò che le caratterizza e ciò conduce a radicalizzazioni identitarie. Il problema oggi sono le resistenze opposte dall’ “ego ecclesiale” e su questo punto è necessaria una vera conversione: noi siamo in primo luogo responsabili non nei confronti della nostra chiesa, per quanto sia importante, ma nei confronti del vangelo. La fierezza dell’identità non deve impedire la riconciliazione ecumenica». Per questo ecumenismo «deve rimanere uno sprone per tutte le chiese, tale da renderle vigilanti contro l’auto-sufficienza e contro l’imprigionamento della verità. L’ecumenismo – ha concluso Parmentier – è parte integrante di una teologia equilibrata e interdisciplinare ed è un’ispirazione per il dialogo interculturale e interreligioso, per l’apertura a un orizzonte di speranza».
Il tema della misericordia di Dio e della verità dell’uomo, fra Agostino e Lutero, è stato al centro della seconda relazione del convegno, tenuta da p. James Puglisi del Centro Pro Unione di Roma. Il teologo cattolico è partito da un’analisi biblica del concetto di misericordia, evidenziando come «ciò che impariamo dal Nuovo testamento è l’offerta disinteressata che Gesù fa continuamente per l’altro: Gesù insegna che il vero fondamento delle leggi del giudaismo è l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Questo è ciò che papa Francesco intende come l’uscire continuamente verso la periferia, verso l’altro». Nella ricerca di Dio e nell’esperienza della presenza fedele di Dio l’uomo scopre la propria verità e articola il messaggio della misericordia di Dio agli altri che si trovano in difficoltà. «Questa è la verità dell’essere umano, – ha ribadito Puglisi – cioè di essere la trasparenza della misericordia di Dio che è stata ricevuta e applicata attraverso azioni misericordiose».
Passando attraverso il pensiero di sant’Agostino, Puglisi approda a Lutero ed evidenzia l’importanza ecumenica della nozione di misericordia. «Sia nel contesto agostiniano che luterano la ricezione della misericordia di Dio dovrebbe incoraggiarci a offrire la misericordia verso gli altri. La verità della persona umana si manifesta quando la persona concretizza il dono della misericordia ricevuta attraverso l’offerta di misericordia. Perciò i cristiani di ogni chiesa e comunità ecclesiale riescono a trovare l’unità». Il teologo cattolico ha concluso citando la Scrittura: «Siccome condividiamo un solo battesimo e siamo stati battezzati in Cristo, abbiamo ricevuto il perdono e la misericordia di Dio. La lettera agli ebrei (10,22-25), come risultato di questo dono, esorta: “accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso. Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore”».
Il convegno è stato organizzato dalla Facoltà in collaborazione con l’Istituto di studi ecumenici “San Bernardino” di Venezia e con il sostegno del Servizio nazionale per gli studi superiori di Teologia e di Scienze religiose della Cei, nell’ambito del progetto A 500 anni dalla Riforma protestante. Ripensare l’evento, viverlo ecumenicamente. Le iniziative proseguiranno con due giornate di studio su: La nozione di “riforma” e il presente come “tempo di riforma” (Venezia, 23 febbraio 2017) e Riforma e riforme nel Nord-Est (Venezia, 4 maggio 2017).
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