L’estate che ci attende: suggerimenti e ipotesi

Comunicazione della Pastorale dei giovani

Pensando all’estate 2020, la situazione è di grande incertezza generale. Ad oggi non sappiamo se, quando e come ci sarà la possibilità di permettere socializzazione e aggregazione di persone. La sensazione è di tempi ancora lunghi. All’incertezza di possibilità e di indicazioni ministeriali o regionali in merito alle attività estive, si aggiunge anche la situazione economica difficile (quale realtà dell’occupazione e della disoccupazione? Quale la situazione delle famiglie che saranno spesso impegnate al lavoro durante l’estate?) e l’aspetto fobico della pandemia e la sua ricaduta nelle relazioni sociali (le persone guarderanno con fiducia al ritrovarsi e al mettersi insieme?)(1).

1. Alcune parrocchie hanno già preso la decisione di annullare Grest e campi estivi, altre stanno attendendo l’evoluzione della vicenda e domandano indicazioni a livello diocesano.

In attesa di aggiornamenti, come Ufficio di Pastorale dei Giovani, suggeriamo alcuni significativi atteggiamenti.

  • Non improvvisare. Le esperienze educative proposte a bambini, ragazzi, adolescenti e giovani non si possono mai improvvisare. Non possiamo farle “tanto per fare”, senza averle pensate e preparate per bene. Non è il nostro stile, nemmeno in una situazione di emergenza: rischierebbe di essere controproducente sia per le parrocchie che propongono, sia per i destinatari delle proposte.
  • Formarsi non è mai tempo perso. Questa fermata obbligatoria può diventare una chance formativa, quasi un “fermarci per formarci”. Pertanto possiamo coltivare e verificare, fin d’ora, le persone che si rendono disponibili per le eventuali attività estive.

In prima battuta, investendo su giovani e adulti: in coloro, che, per maturità e preparazione, possono offrire responsabilità e qualità alle esperienze estive (Grest e campi estivi).

In seconda battuta, attivando una formazione a distanza per gli adolescenti, che possono essere collaboratori e aiuti nelle esperienze estive, senza averne la piena responsabilità.

Per gli adolescenti che desideravano impegnarsi nei Grest, la staff del Grestyle sta preparando un corso di formazione (www.giovanipadova.it/corso/grestandoacasa), attraverso cinque “parole chiave”, da seguire personalmente con podcast, che ogni parrocchia può arricchire anche con alcune videocall, curate dai coordinatori e responsabili, adulti o giovani adulti. Può darsi che con il passare delle settimane la situazione si faccia più chiara; in ogni caso il tempo per la formazione è sempre ben speso!

Per i giovani: i vari uffici diocesani, coordinati dall’Ufficio di Pastorale dei Giovani, hanno preparato un percorso di formazione, Thinking outside the box (www.giovanipadova.it/thinking-outside-the-box), con destinatari tutti i giovani, non solo gli educatori, che inizierà lunedì 27 aprile. Può essere sia occasione di autoformazione, sia occasione di confronto con i coetanei.

 

  • Partire dal perché? Questo tempo di stop forzato, nelle nostre vite personali e nei cammini delle nostre comunità, si presenta anche come un tempo di discernimento e ripensamento delle nostre molteplici attività e proposte. Perché le facciamo? Per chi le facciamo? Con quale stile? (2) Affidiamo agli Organismi di comunione e ai gruppi educatori le domande sulle motivazioni delle nostre proposte. All’interno di queste domande ci sta anche un desiderio di essenzialità, l’urgenza di ridefinire e ridirci gli obiettivi, la capacità di essere creativi in base alle esigenze attuali. È necessaria una riflessione approfondita sulla competenza degli educatori (giovani e adulti) e sul loro ruolo, accanto ai tanti adolescenti che si impegnano generosamente nell’estate, ma che hanno bisogno di essere sostenuti nel crescere come educatori(3).

 

2.  In questa situazione incerta, si potrebbero ipotizzare e sviluppare umili proposte creative. Qualora ce ne fosse l’opportunità, nel rispetto delle norme e delle misure igienico-sanitarie, potrebbero essere ripensate alcune occasioni.

  • Un Grest con numeri ridotti, alternando giorni e orari, magari lungo tutto il tempo estivo o comunque quando sarà possibile (in estate inoltrata?). Queste esperienze estive potrebbero avere una marcata impronta di sostegno scolastico per bambini e ragazzi che ne avessero bisogno. Come pure con un’impronta catechistica e di annuncio, tenendo conto che, da molti mesi, non sono stati possibili incontri parrocchiali di Iniziazione cristiana.
  • Forse non potremmo vivere gli abituali campi estivi, ma si potrebbero ideare con adolescenti e giovani proposte a “km 0”, quindi rimanendo a casa con itinerari alternativi, soprattutto collegandoli con esperienze di prossimità e carità nel territorio, in collaborazione con le Caritas parrocchiali o i Centri di Ascolto vicariali, a cui associare dei momenti di preghiera e condivisione. Qualora si possa, rimangono valide le proposte di servizio, in alcune realtà significative della nostra Diocesi(4).
  • Nel caso in cui non si potesse davvero fare “niente”, la fantasia pastorale di questi mesi potrebbe attivare delle attività e delle modalità di gioco, condivisione, preghiera anche “a distanza”.

 

3.  Un cantiere decisivo per i giovani è la carità, che ha come soggetto l’intera parrocchia e non solo alcune persone “delegate”. In ogni parrocchia ci si impegnerà per una mappatura delle povertà e delle risorse, per una prossimità capillare e robusta, per avvicinare le situazioni di povertà già presenti e quelle di nuova povertà, che molto probabilmente si verranno a creare(5).

L’Ufficio di Pastorale dei Giovani, in base alle indicazioni ministeriali, seguirà l’andamento di questa insolita estate e cercherà di stimolare cammini e occasioni di crescita a “distanza”.

  • Vedi anche Le comunità cristiane del Risorto, suggerimenti per le parrocchie, a cura del Coordinamento degli Uffici diocesani, aprile 2020.
  • «Dentro questo dramma possiamo ripensarci e trovare stimoli per una verifica della nostra vita» (vescovo Claudio, intervista al Mattino di Padova, 7 aprile 2020). «Questo è il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è» (papa Francesco, 27 marzo 2020).
  • «Ho la sensazione che a volte ci diciamo di aspettare che passi per poi riprendere quello che si faceva prima. Poi qualcuno dice che cambierà tutto anche nella Chiesa. Ho l’impressione che non cambierà nulla se non cambiamo noi, nel cuore e nel modo di pensare» (vescovo Claudio, intervista al Mattino di Padova, 7 aprile 2020).
  • A tal riguardo Caritas diocesana sta predisponendo uno strumento che coinvolga l’intera e singola parrocchia, con un’attenzione privilegiata al coinvolgimento dei giovani.
  • Vedi il pieghevole Fare servizio a Padova su giovanipadova.it/estate-2020

 

Ufficio diocesano di Pastorale dei giovani