Una Chiesa diocesana che si lascia sempre più interrogare, provocare e perché no? anche cambiare dal territorio. Dopo la frontiera delle unità pastorali tra parrocchie, ci si appresta ad affrontare un passo ulteriore: l’unificazione tra vicariati.
«Sono in atto ormai da un anno all’interno della diocesi di Padova – spiega don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale – incontri tra vicariati diversi ma contigui per vicinanza fisica e che da tempo hanno e stanno affrontando percorsi pastorali condivisi».
Una riflessione è già stata avviata all’interno dei vicariati di Caltrano e Thiene; San Giorgio delle Pertiche e Villanova di Camposampiero; Teolo e Lozzo Atestino; Agna e Conselve; come pure Piove, Pontelongo e Arzegrande ed Este, Monselice, Villa Estense-Stanghella.
«Questi i primi a cui abbiamo chiesto di immaginare l’unificazione che vede come scadenza il rinnovo degli organismi di comunione del 2018 – aggiunge il vicario – Si tratta di dare ufficialità a un cammino che è già avviato e di proseguire nella riflessione in questo senso».
Ai 38 vicariati della diocesi di Padova è quindi chiesto, in modo anche esplicito dagli stessi orientamenti pastorali (cfr. … in questa sosta che la rinfranca, pag. 25-26), di farsi sempre più interrogare dal territorio. «Viviamo in una realtà molto frammentata che ci chiede di avere una visione più unitaria. La suddivisione “ecclesiastica” non risponde più in modo sufficiente alle domande che nascono dal territorio, di certo più ampio dei confini dei vicariati attuali. E la domanda prima è di rivedere le nostre posizioni a partire dalle esigenze delle persone e dei luoghi in cui vivono. Il territorio ci comunica e ci sta dicendo anche prospettive nuove e inedite rispetto al nostro essere chiesa».
Claudia Belleffi