Un “so-stare” per sentirsi davvero chiesa diocesana in cammino.
È questo il nucleo dell’assemblea di apertura del nuovo anno pastorale che sabato 1° ottobre riunisce in Cattedrale i vari volti e le diverse espressioni dell’intera chiesa padovana, invitati dall’appuntamento dal vescovo Claudio, per la prima volta presente nel suo ruolo di pastore, e dal consiglio pastorale diocesano.
«L’assembla – afferma don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale – rappresenta da sempre un punto di partenza del nostro cammino parrocchiale, vicariale e diocesano, ma è anche un’occasione per offrirci un sostegno e un incoraggiamento vicendevole. È importante avere momenti in cui tutte le comunità si riconoscono all’interno di una storia diocesana unica».
L’appuntamento è alle 9 nel piazzale della Cattedrale. Qui si celebrerà il rito dell’ammissione al catecumenato dei simpatizzanti adulti della diocesi.
«È una bella opportunità che ci richiama alla gioia del vangelo, che ci racconta e testimonia la scelta della bellezza del vangelo, e ci fa sentire tutti in sintonia. La presenza di Gesù rinnova e cambia la nostra vita: dentro questo assunto, c’è anche tutta la prospettiva dell’iniziazione cristiana su cui stiamo camminando».
Terminato il rito, si entra in Cattedrale.
Qui verranno presentati gli orientamenti pastorali, e in particolare la proposta della tre giorni vicariale; don Paolo Zaramella, quindi, offrirà un primo lancio del prossimo sinodo dei giovani.
Sinodalità e relazioni le parole chiave dell’anno pastorale
«Saranno due le parole chiave dell’assemblea – sottolinea don Voltan – La sinodalità, quindi il camminare insieme: perché questi percorsi partiti con l’iniziazione cristiana siano frutto di un cammino unitario. Sentiamo importante ricentrare l’iniziazione cristiana per sostenerla. E per questo proponiamo che ogni consiglio pastorale parrocchiale si dia la possibilità di vivere un incontro con la comunità educante e i genitori, per ritrovarsi attorno agli obiettivi e agli elementi di scoperta del progetto. La seconda parola è relazioni. Dentro le nostre comunità sentiamo che c’è bisogno di relazioni buone e significative, che non siano intese come “cose in più da fare”. In quest’ottica lanceremo la proposta di vivere la settimana della comunità, dove al centro sia il vivere con gioia il nostro essere in parrocchia, fermando gli appuntamenti e ritagliando spazio per incontrare le persone».
Anche l’assemblea diocesana, quindi, sarà una “sosta che rinfranca” (mutuata dallo slogan degli orientamenti).
«Non sembra una sosta… le proposte ci sono! – sorride il vicario – Sosta sta nell’idea di ritrovarsi tra di noi e rinnovare i legami e la fede. Il “so-stare”, inoltre, è la capacità di situarsi dentro il nostro tempo, e le sue complessità, volentieri. Da credenti».
E due sono le sfide pastorali che emergono in questo senso.
«Rilanciare con forza il cammino dell’iniziazione cristiana, perché davvero tutta la comunità sia grembo generativo alla fede e colga la grande opportunità del confronto con le nuove generazioni. La seconda sfida è il territorio. La vita della nostra gente ci domanda di essere un certo tipo di comunità cristiana. Abbiamo chiesto ai vicariati di attuare una riflessione a questo proposito, e li sosterremo».
Anche don Voltan partecipa per la prima volta all’assemblea nel nuovo ruolo.
«L’ho sempre vissuta con piacere in questi anni da parroco, perché è un’occasione in cui si tocca con mano che la comunità non esaurisce l’essere chiesa: tutta la chiesa è essenziale in ogni sua sfaccettatura. Mi auguro davvero che chi partecipa possa sentire un clima di semplicità e fraternità, senza aspettative, e trovi anche qualcosa di utile da portare a casa!».