Sono stati più di 400 i membri dei direttivi dei circoli Noi Padova che la scorsa settimana, mercoledì 23 novembre, si sono incontrati nel teatro Aurora di Campodarsego in occasione della tradizionale assemblea autunnale. Ospiti d’eccezione dell’appuntamento il vescovo Claudio e don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale.
La serata è stata un raccontarsi a vicenda: al vescovo è stato infatti chiesto di riportare la propria esperienza da parroco di una comunità del mantovano e di indicare alcune prospettive per i centri parrocchiali; ai circoli Noi di dar voce a quanto si vive all’interno delle proprie realtà e in particolare sono state ascoltate le testimonianze dell’unità pastorale di Vo’ e di Sant’Anna di Piove.
Pur riconoscendo l’estrema diversità dei contesti culturali e religiosi tra Mantova e Padova, don Claudio è riuscito a regalare all’assemblea alcune sintesi, operative, di pensiero.
«Nella mia parrocchia di San’Antonio a Mantova – ha raccontato – mi ha sempre mosso come primo e unico obiettivo quello di costruire una comunità! Tutto doveva essere funzionale a questo. E ho toccato con mano che se ci sono le persone giuste, ogni strumento fa bene. L’importante è fare in modo che i servizi permettano di farsi domande vere: dove stiamo andando? qual è il senso del nostro andare?».
Il vescovo sottolinea come oggi ci si trovi in un momento non facile. «Siamo di fronte a una grande trasformazione sociale. A questo si aggiunge che nel giro di vent’anni, secondo i miei calcoli, i preti in diocesi di Padova saranno 200. Da qui la necessità davvero di ripensarci: ed è bello perché quella che sarà la chiesa del futuro dipende anche da noi. I nostri figli avranno l’educazione cristiana se si saranno le comunità, anche piccole, ma capaci di testimoniare questa fede».
E gli adulti in questo hanno un compito fondamentale. «I giovani – ha aggiunto il vescovo – devono vedere che siamo in tanti adulti che abbiamo a cuore gli spazi, la loro cura e animazione. Devono affezionarsi alle persone, non agli spazi. La prospettiva inoltre del costruire comunità è davvero oggi un andare in controtendenza: ricreare ed educare a uno spazio dove si trova la comunità è uno spazio di profezia!».
Don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale, ha sottolineato come il «circolo Noi è quel ponte tra chiesa e strada, comunità e piazza e ci ricorda che siamo già il mondo, che come chiesa vi siamo dentro! Raccolgo anche le provocazioni che don Mauro Da Rin Fioretto dall’Ecuador ci ha lanciato sulla Difesa della scorsa domenica: ci dice come dobbiamo essere sempre più in grado di lavorare contro l’individualismo e ritagliare del tempi per passare dall’essere fedeli all’essere fratelli. Il circolo Noi è la sosta: è il luogo dove si trova il tempo per conoscerci e stimarci in serenità».