Il nome è di quelli che restano bene in testa: “Villaggio della gioventù”. Così, dagli anni ’50, si chiama il patronato della parrocchia di Montagnana.
Attività giovanili, gruppi, catechesi per un oratorio di impostazione classica, sede sì dei principali momenti aggregativi della parrocchia ma aperta a tutti. «Il patronato – spiega il cappellano don Luca Milani – è composto da un bar molto spazioso, con stanze al primo e al secondo piano e un salone grande per eventi culturali, feste di compleanno e incontri della pro loco e dell’Auser. All’esterno, poi, ci sono campi da gioco per basket, calcio e tennis e un parchetto con le giostrine “formato famiglia”». Il patronato resta aperto tutti i giorni dalle 14.30 alle 19: «A volte le luci sono accese anche la sera, quando ci sono appuntamenti particolari. D’estate, però, qui c’è sempre gente: è luogo di ritrovo insostituibile. Il nostro impegno per promuovere e favorire il volontariato è costante, sia tra i soci, sia tra quanti potrebbero aggiungersi creando così una rete maggiore di persone – specie genitori e giovani – che si rendano disponibili per i vari servizi». Poco meno di 500 i soci tesserati.
Nell’anno in cui a Padova si aprirà il sinodo dei giovani voluto dal vescovo Claudio, l’esperienza del “Villaggio della gioventù” di Montagnana non può che essere preziosa: «La nostra è la storia di una radice innestata in un terreno comunitario, parrocchiale. La comunità ha sempre sentito il bisogno di partire dai giovani, di valorizzarli. Al Villaggio sono passati tutti tra catechismo, campiscuola, gruppi così, anche chi nel tempo si è staccato, può proprio da qui riprendere il legame».
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