Al 188° posto su 188, nella graduatoria che mette in fila i paesi in base all’Indice di sviluppo umano, la Repubblica Centrafricana è grande due volte l’Italia, conta 5 milioni di abitanti, di cui 1 in capitale, solo 400 chilometri di strade “asfaltate” e 4 pediatri locali in tutto il paese.
È questa l’ultima frontiera dell’intervento di Medici con l’Africa Cuamm, il nuovo “ultimo miglio” per l’ong italiana che da 68 anni si spende per la salute delle popolazioni africane e che è attualmente presente in Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Uganda, Sud Sudan e Sierra Leone con 2.233 operatori
L’avvio delle attività in Repubblica Centrafricana, a partire dallo 1 luglio scorso, è stato ufficializzato durante una recente missione sul campo, presenti il direttore del Cuamm don Dante Carraro e la presidente del Bambino Gesù, dottoressa Mariella Enoc.
“Qui il bisogno di salute è estremo. In alcune aree rurali del paese la copertura vaccinale dei bambini non supera il 10% e il numero delle persone HIV positive è di circa 130.000 di cui solo la metà in trattamento. A parte Bangui, ci sono 6 ospedali regionali, senza acqua ed energia, il personale è scarsissimo e poco preparato, manca totalmente un sistema di ambulanze per il trasporto dei casi gravi, la mortalità delle mamme e dei bambini è elevatissima – dichiara don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm -. Il “complesso pediatrico di Bangui” è l’unico ospedale pediatrico pubblico del paese, ha 180 posti letto (più 80 futuri nell’ala malnutriti in costruzione), pazienti ammassati l’uno sull’altro, un reparto e una sala chirurgica dignitosi (grazie all’aiuto dell’Unione Europea e della Cooperazione Italiana) e una sezione medica allo sbando. Papa Francesco l’ha visitato e ha voluto fare la propria parte ricostruendo totalmente il reparto malnutriti e aiutando l’ospedale in toto. L’ha fatto attraverso il “suo ospedale pediatrico”, il Bambino Gesù e la sua Presidente, la dottoressa Mariella Enoc. Sono stati questi ultimi a chiedere l’aiuto e l’intervento del Cuamm. Dallo scorso 1 luglio abbiamo iniziato”.
La sfida per il Cuamm è prendere in carico l’intero complesso pediatrico, non limitatamente alla chirurgia, ma anche e soprattutto per quel che riguarda la gestione complessiva della struttura, affiancando il personale locale anche nella formazione on the job. A questo fine il team Cuamm già presente sul campo, composto da un chirurgo, un’infermiera e un logista, entro fine mese raddoppierà con l’arrivo del pediatra, dell’infermiere responsabile della farmacia e del medico capoprogetto, per arrivare a un totale di otto persone (con l’aggiunta di un’altra infermiera e un amministrativo) in breve tempo.
Strategico anche il ruolo dell’ospedale nella formazione dei giovani medici del paese in collaborazione con il Bambino Gesù: “La nostra ambizione è di ridurre la mortalità materna e quella infantile che sono rispettivamente la seconda e la terza più alte al mondo. I problemi sanitari sono la priorità di questo governo – ha dichiarato il Ministro della Salute Pierre Somse, incontrato nel corso della visita –. Possiamo raggiungere questi obiettivi solo se ci concentriamo sulle risorse umane, formandole e mettendole a disposizione della popolazione. Il partenariato con Cuamm e Bambino Gesù è vitale, perché si concentra sullo sviluppo delle risorse umane a livello nazionale. È un lavoro che è già iniziato ed è destinato a rafforzarsi. Il Cuamm apporta una dimensione pratica e operativa e il suo modo di lavorare “con”, fianco a fianco del nostro personale trasferendo competenze e professionalità, è fondamentale”.
Una situazione umanitaria, quella della Repubblica Centrafricana, tra le più drammatiche dell’Africa, aggravata da un’instabilità interna frutto del conflitto tra bande armate da gruppi esterni per la contesa delle enormi ricchezze del paese. “Dobbiamo trasformare il male in bene, lo dice San Paolo nella lettera ai romani, dobbiamo continuare la nostra missione – afferma con decisione il cardinale Dieudonné Nzapalainga, il più giovane del collegio cardinalizio, nominato da Papa Francesco dopo la sua visita a Bangui del novembre 2015 e incontrato da don Dante e dalla dottoressa Enoc a Bangui. “Dobbiamo fare del bene, dobbiamo rispondere al male con il bene. È con l’amore che si può cambiare non con l’odio, la violenza o le rappresaglie. Bisogna rompere il circolo vizioso della violenza, per noi credenti è la fede il motore di questo cambiamento. Noi vogliamo una nuova politica che tenga conto di tutti e che permetta ai bambini di sognare e godere della loro infanzia. Una nuova generazione di giovani è possibile, se ci lavoreremo insieme”.
Una grande sfida, che è insieme sanitaria e di contributo al processo di pacificazione del paese: Medici con l’Africa Cuamm si impegna ad affrontarla con la forza e la determinazione che derivano dall’essere “con l’Africa” dal 1950 e grazie all’aiuto generoso e prezioso di tutti i nostri compagni di viaggio.