La Bibbia tradotta in tedesco dal Lutero, pubblicata a Wittenberg nel 1556, conservata nella Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova ed esposta fino a domenica 28 gennaio al Museo Diocesano di Padova, sarà al centro di una tavola rotonda dal titolo: Una Bibbia del 1556 tradotta in tedesco da Martin Lutero, conservata nella Biblioteca del Seminario di Padova. La sua storia, il suo restauro.
L’incontro si terrà venerdì 26 gennaio, dalle ore 18 alle 19.30, in sala San Gregorio Barbarigo, al Museo diocesano di Padova (piazza Duomo 12).
L’incontro vedrà gli interventi di: mons. Franco Buzzi, Prefetto emerito della Veneranda Biblioteca Ambrosiana (Milano), studioso della tradizione teologica luterana e autore di un recente libro sulla Bibbia di Lutero, che si soffermerà sul significato che la traduzione del testo biblico e la sua diffusione tramite la stampa a caratteri mobili hanno avuto per la storia della Riforma; Mari Pietrogiovanna, docente di Storia delle tecniche artistiche all’Università degli Studi di Padova, che presenterà il ricco apparato di illustrazioni presenti nel volume, i cui autori sono stati identificati in Luca Cranach il Giovane, Hans Brosamer, Georg Lemberger; infine la restauratrice Melania Zanetti, che esporrà le diverse fasi del delicato intervento di restauro.
La Bibbia tradotta in tedesco da Martin Lutero è l’unico esemplare, fra quelli segnalati in Italia prodotti tra il 1545 e il 1600 (16 in tutto, tra Padova che ne conserva due, Parma con nove esemplari, Gorizia con due; Milano, Vicenza e Trieste con uno), stampato a Wittenberg e dallo stesso tipografo, Hans Lufft, che curò la stampa della prima edizione, nel 1534.
Il libro restaurato appartiene alla Biblioteca Antica del Seminario Maggiore, dove giunge all’inizio dell’Ottocento, nel momento in cui la soppressione degli ordini religiosi decretata dalla legislazione napoleonica fece sì che molti libri finissero sul mercato. Il bibliotecario Andrea Coi (1766-1836) si impegnò intensamente, pur nella scarsità di mezzi finanziari, per acquistare importanti raccolte di libri e arricchire in questo modo una biblioteca che già godeva di un discreto prestigio.
È un volume di grandi dimensioni (40×30 cm per 12 cm di spessore), stampato in caratteri gotici, illustrato da un numero considerevole di incisioni di Lucas Cranach il Giovane, Hans Brosamer, Georg Lemberger (per un totale di 175 immagini) e ricchissimo di annotazioni manoscritte sui margini. L’opera è stata oggetto di un accurato restauro proprio quest’anno – 2017 – nel cinquecentesimo anniversario dell’avvio della Riforma protestante con la “pubblicazione “delle tesi di Lutero (1517-2017).
L’opera presenta due frontespizi, uno all’inizio del libro, l’altro in apertura della sezione dedicata ai profeti: in entrambi i casi il titolo è collocato all’interno di un’incisione di Lucas Cranach il Giovane (1515-1586) che riprende un tema già sviluppato dal padre, Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553), per rappresentare attraverso una composizione di immagini bibliche il criterio con il quale Lutero voleva fosse interpretata la Sacra Scrittura, ossia la distinzione fra la Legge e la Grazia (o fra la Legge e il Vangelo).
La particolarità e unicità di questo esemplare dipendono anche da altri dettagli. In primo luogo, una rara incisione con il volto di Lutero e il testo di un Epitaphium in versi a lui dedicato, incollata nel contropiatto anteriore. L’incisione, acquerellata, è opera di Lucas Cranach il Giovane e risale all’anno 1551.
In secondo luogo la diffusa presenza di annotazioni manoscritte, in tedesco e in latino, di mani diverse, aggiunte al testo stampato fra il XVI e il XVII secolo, che devono ancora essere studiate, ma probabilmente sono note di parroci o teologi impegnati nello studio del testo.