Lettera del vescovo Claudio alle scuole paritarie cattoliche

Ai coordinatori e a tutto il personale,

agli studenti e alle famiglie

delle Scuole paritarie cattoliche della

Diocesi di Padova

Carissimi,

in questi giorni così “strani”, proprio nel cuore dell’Anno scolastico, desidero raggiungere con un pensiero particolare i bambini e i ragazzi, le loro famiglie, i coordinatori e il personale docente e ausiliario delle scuole cattoliche paritarie della nostra diocesi. In quanto facenti parte del sistema pubblico integrato di istruzione, anche le nostre scuole devono attenersi alle misure restrittive previste dal Governo, al fine di evitare la diffusione del Covid-19, che tanta preoccupazione sta creando in Italia e nel mondo. Questa emergenza inaspettata mette in evidenza le nostre fragilità, ci porta a non sentirci sempre e comunque invincibili e quindi nella condizione di permetterci tutto; ci restituisce alla limitatezza della nostra umanità e, al contempo, interpella da un lato la scienza e la medicina a rinvenire efficaci misure di contrasto alla malattia, dall’altro spinge la gente comune a recuperare il senso della misura, del tempo, il valore di piccoli gesti di civiltà, anche in ordine ai comportamenti più banali, come il lavarsi le mani: sembrano aspetti di poco conto ma, in una società della frenesia e della corsa sfrenata, assumono un significato non banale, anche sul versante educativo; richiamano al valore del rispetto e della buona educazione verso se stessi e verso gli altri.

Immagino quanto pesi ai bambini più piccoli (infanzia e primaria) non poter frequentare in questi giorni la scuola, insieme ai loro amici e alle loro maestre: per loro la scuola rappresenta il primo ambito di socialità extra-familiare e l’assenza prolungata incide sicuramente sulla loro emotività.

Posso poi immaginare che la sospensione del servizio crei non pochi disagi ai genitori che, comunque, devono continuare la loro attività lavorativa: tutti siamo consapevoli di questo e dispiaciuti di non poter garantire regolarmente il servizio, ma è evidente che la determinazione delle autorità alla sospensione è stata indotta dal dovere di proteggere il bene primario della salute dei bambini, adottando tutte le misure precauzionali necessarie. Speriamo che l’emergenza abbia a spegnersi e che si possa tornare presto alla normalità. Al contempo, mi auguro che questi giorni per voi genitori possano rappresentare anche l’occasione per trascorrere più tempo con i vostri bambini, aiutandoli magari con giochi, disegni e proposte creative ad allontanare la paura e a dare un senso a quanto sta avvenendo.

Penso anche ai docenti e agli educatori: auspico che questi giorni di sospensione coatta dal lavoro possano servirvi per recuperare fatica ma anche per avvantaggiarvi nella programmazione e nella formazione permanente alla quale siete chiamati che, lo sapete meglio di me, passa pure attraverso qualche buona lettura o qualche corso di formazione on-line.

Forse per gli studenti della scuola secondaria, la sospensione delle lezioni sarà sembrato un “regalo”, ma sono sicuro che, dopo qualche giorno, anche voi sentite la nostalgia della scuola, dei vostri compagni e dei vostri insegnanti. Immagino anche che sia forte la tentazione di perdere tempo: dormire fino a tardi, mettersi davanti alla televisione o stare ore e ore davanti al computer, visto che i prof. non controllano e magari anche mamma e papà sono al lavoro, potrebbero rappresentare facili alternative all’impegno scolastico quotidiano. Credo invece che questi giorni rappresentino per voi una splendida occasione per dimostrare il vostro senso di responsabilità, anzitutto verso voi stessi. Avete del tempo in più per recuperare qualche materia in cui siete più deboli, approfondire gli argomenti che vi interessano, coltivare qualche sano hobby, trascorrere bene il vostro tempo: non lasciatevi prendere dalla noia che è un brutto virus che toglie entusiasmo, ma riempite questo tempo di cose buone che vi fanno bene! So che molte scuole si sono già attrezzate per fornire lezioni on-line o, comunque, per accompagnare gli studenti in questi giorni: sono opportunità preziose che la tecnologia ci consente e che devono essere valorizzate.

Spero anche che per le famiglie, nonostante il comprensibile disagio, questo tempo prolungato possa essere vissuto come occasione propizia per vivere il gusto dello stare insieme, di parlare un po’ di più, di condividere anche gioie e preoccupazioni: spesso noi adulti ci lamentiamo che i giovani non parlano, ma spesso siamo noi che fatichiamo a raccontarci a loro…

Rivolgo infine un grato pensiero a tutti i coordinatori, insegnanti e personale tutto delle nostre scuole: la straordinarietà dei giorni che stiamo vivendo ci interpella non solo sul piano dell’organizzazione del lavoro, ma forse ancor più sul senso e il valore del nostro compito educativo. Sicuramente sentirete la preoccupazione per il ritardo inevitabile che state accumulando nello svolgimento dei piani di lavoro, nelle valutazioni, ma penso e spero che ancor più vi sentiate chiamati a rinvenire modi efficaci per aiutare i vostri alunni a riflettere sul senso della vita, sulla necessità di rivedere il nostro modo di stare al mondo e di abitare la terra, recuperando il significato profondo dell’appartenenza alla famiglia umana, del rispetto reciproco, dei valori della solidarietà e del vivere comune. Ha fatto tanto bene a me e spero anche a voi leggere la lettera indirizzata dal Dirigente del Liceo “Volta” di Milano ai suoi studenti: parole semplici che fanno onore alla scuola italiana.

Solitamente il valore di una cosa si percepisce quando essa viene a mancare: è così anche per la scuola. In questi giorni in cui essa manca nella vita dei ragazzi e degli adulti che in essa lavorano, ma anche per chi la vive solo indirettamente, magari solo perché vede le strade piene di studenti al mattino o all’ora di pranzo e sente il loro vociare, recuperiamone il profondo valore sociale: rendiamoci sempre più consapevoli che la scuola costituisce un momento indispensabile per costruire la città di oggi e di domani e sentiamoci felici, anche come cristiani, di contribuire al suo compito e di accrescerne la qualità.

Non serve che vi dica che sto pregando per voi: il tempo di Quaresima che abbiamo iniziato in modo così inusuale, quasi nel deserto, ci aiuti a rinsaldare il nostro rapporto con Dio e la sua Parola e a rafforzare il senso del nostro essere Chiesa.

Padova, 4 marzo 2020

+  Claudio Cipolla, vescovo