Ordinazione presbiterale di don Nicola Cauzzo: l’omelia del vescovo

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Sabato 2 giugno, in basilica Cattedrale a Padova, alle ore 16.30, il vescovo Claudio ha ordinato due presbiteri: si tratta di un diacono del seminario vescovile – don Nicola Cauzzo – e di un diacono dell’ordine degli Eremiti camaldolesi di Monte Corona, don Antonio Benzoni.

Don Nicola Cauzzo è l’unico presbitero diocesano ordinato quest’anno. Originario della parrocchia dei Santi Felice e Fortunato di Limena (Pd), figlio unico, è nato il 28 maggio 1993. Il suo percorso vocazionale è iniziato in tenera età: già alle elementari l’intuizione di potersi donare al Signore. Hanno contribuito a chiarire la sua propensione il servizio come chierichetto, le attività in parrocchia e in seminario Minore, l’esperienza Scout, l’impegno in Azione cattolica e, infine, il gruppo vocazionale Davide. Diplomatosi al liceo scientifico Curiel, nel 2012 entra in seminario Maggiore e svolge i primi servizi nelle comunità di Bovolenta e di Mejaniga, nell’anno del diaconato ha prestato servizio nell’unità pastorale di Agna.

La sera prima dell’ordinazione, venerdì 1 giugno, alle ore 21, nella chiesa del Seminario si è tenuta una veglia di preghiera per le vocazioni e per l’ordinando presbitero.

Accanto a don Nicola è stato ordinato anche don Antonio Benzoni, eremita camaldolese al Monte Rua (Torreglia-Pd). Nato nel 1978 è originario di Asnago di Cermenate in provincia di Como. Ha emesso la professione solenne nella comunità monastica della Santissima Trinità di Dumenza (Varese) nel 2007 e successivamente, nel 2016, è passato all’ordine degli Eremiti camaldolesi di Monte Corona, all’eremo di Monte Rua, dove attualmente è maestro dei novizi.

fonte: ufficio stampa della diocesi di Padova

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«Per il biglietto di ordinazione ho scelto i versetti, tratti dal Vangelo di Giovanni: ‹‹Signore, dacci sempre questo pane›› (Gv 6,34)e ‹‹Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno›› (Gv 6,51).  Il primo versetto contiene una richiesta che la folla, dopo essere stata saziata dalla moltiplicazione dei pani, rivolge a Gesù: una richiesta apparentemente materiale, ma che in profondità rivela il desiderio, la fame che ogni uomo ha nei confronti di Dio di relazionarsi con Lui, di trovare in Lui rifugio, di essere preso per mano e accompagnato dal Signore nel cammino della vita. Un desiderio, che si è fatto presente anche nella mia vita, che è cresciuto e che in parte è stato saziato grazie alla cura della vita spirituale, alla preghiera, alla vita comunitaria del Seminario, alla formazione teologica, ai cammini di discernimento intrapresi in Seminario e, non ultime, grazie alle esperienze pastorali vissute nelle parrocchie di Bovolenta, Mejaniga e nell’Unità Pastorale di Agna. Tutte occasioni che mi hanno permesso di scoprire come questa “fame di Dio” possa essere saziata solamente nutrendoci di Cristo, pane vivo disceso dal cielo, spezzato sulla mensa della croce per la salvezza dell’umanità, come si dice nel secondo versetto.

Nutrirsi di Cristo per me significa mantenere una relazione vera, autentica con Lui attraverso l’ascolto della Sua Parola, la partecipazione all’eucaristia e ai sacramenti e cercando di mettere in pratica con i fratelli l’amore e il perdono che il Signore ci ha insegnato. Nel rito di ordinazione presbiterale, il Vescovo rivolge una domanda agli ordinandi che mi ha sempre colpito e, in parte, anche un po’ intimorito: ‹‹Volete essere sempre più strettamente uniti a Cristo sommo sacerdote […] consacrando voi stessi a Dio insieme con lui per la salvezza di tutti gli uomini?››. Rispondendo: ‹‹Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio››, mi sento chiamato a diventare anch’io pane per i fratelli, a lasciarmi spezzare da loro per condurli a Cristo, pane vivo disceso dal cielo, unico pane capace di aprirci le porte alla vita eterna».

Testo di don Nicola Cauzzo da www.seminariopadova.it