Rapporto annuale 2020

Il rapporto annuale viene presentato in queste settimane negli incontri zonali ai Consigli parrocchiali per la gestione economica

È stato pubblicato in questi giorni il Rapporto annuale (Bilancio) della Chiesa di Padova relativo all’anno 2020 che è disponibile all’indirizzo https://www.diocesipadova.it/wp-content/uploads/2021/11/Rapporto-annuale-2020.pdf

 

Il Rapporto annuale è anche a tema degli incontri zonali per i Consigli parrocchiali per la Gestione economica che sono iniziati in questi giorni e proseguiranno per tutto il mese di novembre.

Giunto alla sesta edizione il Rapporto annuale, per la terza volta certificato dalla PricewaterhouseCoopers SpA, ha quest’anno come filo conduttore il tema «Esci dalla tua terra», ricordando la chiamata di Abramo a uscire dalla sua terra verso una nuova terra indicata dal Signore. È il brano evangelico che fa da riferimento per quest’anno pastorale di preparazione alla celebrazione del Sinodo diocesano, che invita a “camminare insieme”, ma anche a disegnare i contorni della Chiesa del futuro, che chiede e chiederà scelte e cambiamenti. «La stessa radice che compone la parola “sinodo” (cammino insieme) – ricorda il vescovo Claudio Cipolla nella presentazione al fascicolo – è presente nella parola “esodo” (cammino in uscita), che richiama il movimento di uscire da consuetudini acquisite, di partire per nuove strade e, inevitabilmente, anche di lasciare spazi. Esodo è condizione per rendere possibile il sinodo!». Un esodo dalle consuetudini, un esodo che porta a nuove terre benedette dal Signore. «Nell’attuale situazione – conclude il vescovo Cipolla – il nostro corpo ecclesiale non ha e non può trovare le condizioni sufficienti di libertà e di fruttuosità che sono necessarie per la sua missione», ecco che «nasce una nuova chiamata: è un’occasione, una grazia che ci sta attendendo. Richiede che anche la parte storica, strutturale, gestionale – come Abramo – “esca dalla sua terra e vada verso il paese che Egli indicherà”».

La direzione la rilancia il vicario episcopale per i beni temporali don Gabriele Pipinato nella Relazione di missione: «Oggi la nostra Chiesa è chiamata a salire il suo monte Moria per sacrificare alcune delle cose che ha tanto amato: la difficoltà è immensa perché possiamo solo affidarci alla chiamata di Dio e ai nostri passi deboli e incerti […] Quando la salita si fa ripida e sembra di non potercela fare, proprio allora inizia il tempo della fede nel Dio che non può mancare di prendersi cura dei suoi figli, ma anche il tempo della solidarietà tra coloro che sono insieme nel cammino: possiamo lasciare perdere tanti progetti e iniziative, ma vogliamo tenerci stretta la speranza perché nessuno può rubarci il tesoro del Vangelo e la grazia dei sacramenti. Nessuno».

L’anno 2020 è stato l’anno dell’inizio pandemia da Covid-19 con chiusure e restrizioni che hanno pesato sulle attività dell’ente Diocesi, degli enti collegati e delle parrocchie. Significativi sono i rendiconto di esercizio delle parrocchie che nell’anno della pandemia hanno visto quasi dimezzate le entrate complessive (dai quasi 54 milioni del 2019, relativi a 436 parrocchie, ai poco più di 30 milioni di 415 parrocchie nel 2020) e così pure le uscite (dai 47 milioni del 2019 ai 28 del 2020). E naturalmente le voci che più hanno risentito del lockdown sono state le offerte domenicali e le sagre. Inoltre sono diminuiti notevolmente anche nel 2020 gli investimenti nella gestione straordinaria.

Il rendiconto gestionale 2020 dell’ente Diocesi si chiude con un totale di proventi pari a 10.465.247 euro a fronte di 10.905.647 euro di costi, con un disavanzo di 440.401 euro.

Per quanto riguarda le assegnazioni dell’8 per mille, sono stati destinati 1.619.357 euro a interventi caritativi; 1.701.756 a esigenze di culto e pastorale; 435.350 euro per il restauro di beni culturali.

Numeri che pongono domande sulla Chiesa del dopo pandemia ma che certificano un impegno caritativo che non lascia il passo: «Leggendo il bilancio dell’anno 2020 – scrive il vescovo Claudio Cipollasiamo ancora una volta contenti per l’impegno profuso in ordine alla testimonianza della carità a sostegno sia delle povertà del nostro territorio (38 milioni)* sia delle povertà di altri paesi del mondo (48 milioni)**. La carità nel bilancio consolidato della nostra Diocesi copre l’80 per cento dei costi economici. Questa generosità parla di Vangelo e di valori che da esso scaturiscono. Emerge come la nostra sensibilità e cultura si manifestino nell’attenzione alle persone e alla loro dignità, anche quando sono fragili per età o per salute; nella promozione della giustizia e della solidarietà per tutti, in particolare per i più poveri».

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*Pari a 38.124.285 euro è il totale del conto economico dei dati aggregati degli enti caritativi che operano nel territorio (Associazione universale Sant’Antonio, Caritas, Adam onlus, Casa del fanciullo, Fondazione Nervo Pasini, Irpea, Opera Casa Famiglia, Opsa onlus). **Pari a 48.285.633 euro è il totale del conto economico delle realtà che operano nel mondo: Ufficio missionario e Medici con l’Africa Cuamm.