A Barbiana alle radici dell'”I care”

Il Msac di Padova dedica tre giorni al messaggio di don Milani

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27 ragazzi dalla prima alla quinta superiore più 6 giovani educatori universitari e l’assistente, don Stefano Manzardo, vivono dal 27 al 29 gennaio un’esperienza di formazione a Barbiana. Il gruppo del Movimento studenti di Padova vive quindi il proprio campo invernale “in trasferta”, andando alle radici storiche ed evangeliche di quell’I care di don Milani che è anche la base su cui si fonda l’essere del Msac. Qui saranno chiamati a stilare la traccia del proprio documento congressuale per andare a tradurre quel “Mi sta a cuore” che è stata la bandiera di battaglia di don Lorenzo.

I ragazzi hanno promesso di raccontare anche con immagini quest’esperienza. Connessione permettendo, potremo seguirli quasi giorno per giorno, o recuperare un reportage finale sulla pagina facebook della diocesi.

«Desideriamo toccare con mano dov’è nato il motto che ispira tutta la nostra attività – spiega Maristella Donato, segretaria del Msac di Padova –  Ascoltare la voce di chi l’ha conosciuto e stilare la bozza del nostro documento. Per avere un solco chiaro entro cui dirigere i nostri passi nel prossimo triennio. Ma sarà anche un momento di aggregazione molto forte per far gruppo e riscoprire la bellezza della partecipazione attiva a scuola e il prenderci a cuore questo mondo in cui tutti i giorni viviamo da studenti e cittadini».

Il 27 mattina sarà dedicato all’introduzione al percorso che i ragazzi affronteranno. «Spiegheremo l’importanza di produrre questo documento che per Padova è una novità e partiremo dalla verifica del triennio appena concluso». I ragazzi verranno quindi divisi in tre gruppi. «Il primo affronterà la realtà delle nostre scuole, facendo sintesi di quanto raccolto tra i compagni, in merito ad aspetti positivi e negativi della scuola; il secondo scandaglierà come gli studenti possano partecipare alle attività nel territorio e mettersi in gioco con proposte concrete; il terzo individuerà quali alleanze si possono creare  con altre realtà e associazioni». Nel pomeriggio del 27 si farà sintesi in assemblea. Il 28 dicembre al mattino si vivrà la scrittura condivisa. «È una tecnica che metteva in atto anche don Milani – sottolinea Maristella – per far sì che le idee e opinioni di tutti possano venir rispettate. Da qui daremo vita alla bozza del documento vero e proprio». Il pomeriggio sarà dedicato all’incontro con un testimone d’eccezione: un ex alunno di don Milani. La mattina del 29 verrà trascritto il documento da sottoporre al primo incontro di gennaio a Padova del Msac, e una volta approvato da consegnare dai segretari al Msac nazionale.

«Dirà la nostra voglia e impegno a vivere attivamente la scuola. E soprattutto ci indicherà il come. Essere studenti attivi significa interessarci dei problemi delle diverse realtà scolastiche, comprendere le riforme fatte dal ministero della pubblica istruzione, rappresentare la propria classe e istituto, farci carico attivamente dei problemi».

Quest’anno il cammino del Msac si muove su un filone preciso: le Beatitudini. «Lo stiamo proponendo ai ragazzi anche legandolo alla realtà e a misura della scuola, quindi affrontando “beata costituzione”, “beati professori”, “beata partecipazione scolastica”… Perché le beatitudini non sono concetti astratti ma toccano e parlano alla nostra vita. Anche di studenti».

Claudia Belleffi