Ci ha lasciato il diacono Lino Concina

Lunedì 26 settembre 2022 - notizia in aggiornamento

Nella mattinata di oggi, lunedì 26 settembre 2022, ha raggiunto la pace il diacono Lino Concina.
Le  esequie saranno celebrate nella basilica di Santa Giustina giovedì 29 settembre, alle ore 10.30. Presiederà l’abate dom Giulio Pagnoni, essendo il vescovo Claudio impossibilitato a presenziare.

La Chiesa di Padova ringrazia il Signore per il dono di Lino, per il suo servizio come diacono permanente e nell’Apostolato biblico diocesano ed esprime vicinanza alla moglie Adriana e alla figlia Isabella.


Lino Concina (Venezia 14/12/1946 – Padova  26/09/2022)

 

Lino Concina nasce a Venezia il 14 dicembre 1946. La famiglia era composta da papà Beniamino, mamma Teresa e altri due fratelli: Bruno (defunto) e Ugo, nato nel 1950.

Frequenta le scuole a Venezia fino alla maturità liceale. Si iscrive, poi, all’università di Padova e si laurea in Scienze statistiche ed economiche con il massimo dei voti. La sua attività lavorativa lo vede funzionario presso la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, anche se non mancano interessi di altro genere, quali la lettura, l’aggiornamento su vari temi, la pratica dello sport subacqueo (di cui diventa anche istruttore).

Durante il liceo Lino conosce Adriana con la quale inizia una relazione che li avrebbe portati a celebrare il matrimonio, al Lido di Venezia, il 4 gennaio 1975. Dal loro matrimonio nasce Isabella, nel 1977, che successivamente rende Lino e Adriana nonni di una stupenda bambina. Adriana è donna di spessore umano e cristiano che segna profondamente la vita di Lino: da lei, Lino impara ad amare la parola di Dio, ad approfondirla, a servirla e a diffonderla. La Parola di Dio ha sempre guidato, illuminato e fecondato tutti gli ambiti della vita di coppia anche nei momenti più difficili: assieme hanno frequentato la Scuola di teologia per laici e, assieme, hanno guidato, in varie parrocchie della Diocesi, specifici cammini biblici, come le Comunità di ascolto della Parola. Lino e Adriana hanno messo il loro ministero coniugale (l’essere con e l’essere per) a servizio di molte persone: la solidità della coppia, il dialogo sereno e franco, l’arte di ascoltarsi, di accogliersi, di perdonarsi e la comunione di vita tra loro ed in Cristo, hanno certamente aperto la strada verso il diaconato di Lino.

A dire il vero, Lino si era sempre interessato a questo ministero fin da quando era stato ripristinato dal Vaticano II. Nel 1984 Lino entra nel cammino diaconale e il giorno 8 novembre 1987 viene ordinato diacono, in Cattedrale, dal vescovo Filippo Franceschi. Quella data è da ricordare particolarmente perché Lino, assieme ad altri otto amici, sono stati i primi diaconi della Diocesi di Padova, dando inizio a una storia che dura da 35 anni e ha visto crescere sempre più il diaconato nella nostra Diocesi.

Nel 1987 viene assegnato a Lino la parrocchia di Santa Giustina con un incarico di ampia collaborazione con il padre parroco. In parrocchia era responsabile della formazione permanente dei catechisti, seguiva la preparazione di coloro che chiedevano i sacramenti per sé (battesimo, cresima, matrimonio) o per i propri figli, curava la formazione delle coppie verso il matrimonio, sostituiva il parroco durante le assenze (con l’aiuto di un padre benedettino per la messa). Il suo servizio era rivolto esclusivamente al mondo degli adulti.

L’amore per la Parola di Dio seguiva costantemente Lino il quale, nei tempi liberi dai servizi parrocchiali, si dedicava ad animare percorsi biblici con gruppi di persone che ne facevano richiesta. Nel 2004, a seguito dell’istituzione nell’Ufficio per la catechesi del Settore Apostolato Biblico, Lino ne viene nominato segretario: l’impegno di segretario del SAB e l’attività in parrocchia sono due impegni che Lino ha portato avanti per diversi anni con responsabilità, umiltà, forte dedizione e spirito di servizio. Concretamente, Lino ha tenuto corsi di formazione biblica in tante parrocchie e vicariati, corsi introduttivi alla Sacra Scrittura oppure a libri specifici della Scrittura; come segretario del SAB, Lino inviava collaboratori dove fosse chiesta la formazione biblica, provvedeva alla cura redazionale dei libretti dei Centri di Ascolto della Parola per i tempi forti di Avvento e Quaresima, collaborava all’organizzazione della Settimana Biblica diocesana e partecipava agli incontri nazionali del SAB.

La persona di Lino è certamente legata alla Parola di Dio, alla ricerca della comunione ecclesiale, ma è altrettanto legata al diaconato, tanto da essere una delle figure significative del gruppo dei diaconi, per la presenza, le competenze e gli incarichi ricevuti. All’interno del gruppo dei diaconi, ha sempre coperto ruoli importanti di guida: per nove anni è stato responsabile della formazione permanente e poi coordinatore della Comunità del diaconato, al cui servizio si è posto in modo frizzante nonostante la lunga malattia che lo aveva colpito già nel 1997. Nel corso degli anni Lino si è mostrato persona affidabile, capace di pensiero e criterio. Anche in questo suo servizio, Lino era supportato e consigliato dalla moglie che ha svolto pure un ruolo importante nel dialogo con le mogli di altri diaconi.

Lino ha sempre affrontato la malattia con fede robusta, chiedendo al Signore di essere forte nella tribolazione e perseverante nella preghiera. Fino all’ultimo ha pregato la Liturgia delle Ore assieme ad Adriana.

Lino credeva utile dare un volto al diaconato patavino che non fosse di supplenza del presbitero o la sua fotocopia. Da grande esperto della Parola di Dio, sognava un volto diaconale fondato su quattro pilastri:

Ascolto, la via maestra del discepolo: «Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo» (Lc 9,35).

Preghiera, la via dell’intimità: «In quei giorni Egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio» (Lc 6,12).

Annuncio, la via della testimonianza: «Li mandò ad annunciare il Regno di Dio» (Lc 9,2).

Kenosi, la via obbligata del servo: «Svuotò se stesso» (Fil 2,7).

Questa è l’eredità che lascia Lino ai diaconi: ai diaconi, ora, il compito di accoglierla e renderla concreta.