Don Franco Puatto riposa tra le braccia del Padre

Il funerale mercoledì 18 maggio alle ore 9 nella chiesa di San Giuseppe a Padova

don Franco Puatto

(Padova, 19.03.1939 – Sarmeola di Rubano (Pd), 13.05.2022)

 

 «Io sono seduto nell’ultimo banco della storia, eppure ho gli occhi lunghi e sono molto attento a ciò che succede nella società e nella Chiesa. Provo molta gioia per tutto il bene che è nella Chiesa e soffro quando qualche inevitabile dolore ci viene a visitare. Il tutto è condito con silenzio, umiltà e preghiera».

Così scriveva don Franco in un appunto dell’11 aprile 2010 e ad altre pagine intense, sofferte, cariche di umanità e di storie, sincere fino all’esasperazione, don Franco avrebbe poi affidato anche una sua particolare biografia di vita e di pensiero, dando alle stampe Pietra di scarto. In forma di diario (2014).

Don Franco Puatto, di Narciso e Giuditta Pozzobon, era nato a Padova il 19 marzo 1939, nella parrocchia di San Giuseppe dove è stato battezzato qualche giorno dopo. Cresciuto «nelle semplici, intime gioie di una gravosa ed umiliante povertà domestica», era «amorevolmente grato dell’atto di azzardo di una coppia, non più giovanissima», che gli aveva dato la vita per amore, nel contesto fosco degli anni di guerra.

Aveva frequentato tutto il percorso del Seminario di Padova fino all’ordinazione diaconale ed era poi stato accolto a Sarzana dal Vescovo (di origini padovane) Mons. Giuseppe Stella, venendo ordinato presbitero, «dopo una lunga, sofferta, preziosa, purificatrice attesa» il 27 giugno 1965 nella cripta dell’erigenda Cattedrale di La Spezia, per la diocesi di La Spezia Sarzana Brugnato (all’epoca diocesi di Luni).

Don Franco venne subito inviato nella parrocchia spezzina di Cristo Re (presso la Cattedrale) come vicario parrocchiale. Nell’ottobre 1972 fu trasferito a San Terenzio al Mare (Lerici, La Spezia) ancora con l’incarico di vicario parrocchiale. Nell’ottobre 1975 iniziò il percorso accademico che lo avrebbe poi portato a completare gli studi filosofici alla Pontificia Università Lateranense di Roma (1979) e la Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma (1984), dopo aver più volte approfondito il magistero di Paolo VI. Negli anni romani, carichi di letture ed incontri, fu ospite della parrocchia di S. Michele Arcangelo in Pietralata, dove sperimentò pure un forte inserimento pastorale. Nel gennaio 1980 fu mandato come Assistente presso l’Ospedale Felettino di La Spezia e la Casa circondariale di Villa Andreini, mentre nel novembre 1987 venne chiamato come parroco di S. Rita da Cascia (La Spezia) fino all’autunno 1999.

Prete e parroco a La Spezia, Canonico del Capitolo della Cattedrale di Sarzana, don Franco ebbe comunque modo di frequentare le persone e gli ambienti più diversi, in un brulicare di pensieri, discussioni e iniziative che vedevano protagonisti, di volta in volta, turisti, bagnanti, esponenti di partiti, studenti, autori d’oltralpe o del Sud del mondo, le contestazioni del ’68, gli emigrati italiani a Berlino e la zona a est del Muro, l’inquieta Cecoslovacchia, la Bosnia-Herzegovina durante il conflitto degli anni ’90, la Terra Santa … «Proprio loro sono stati i samaritani della mia vita spirituale»; «MI sento profondamente immerso in questo baricentro disordinato di purificazione. Cerco con chi cerca, invento Dio, disotterro Dio», scriveva don Franco, il quale sognava la Chiesa immersa nella storia, «perché solo così ha il passaporto aggiornato per la risurrezione». Accanto ai viaggi umanitari e ad una forte passione sociale, per quanto inserito nella pastorale diretta, don Franco privilegiò l’ascolto e l’accompagnamento delle persone, la direzione spirituale e la predicazione, i giovani e le confessioni, l’attenzione alla Caritas e all’ecumenismo.

A fine anni ’90 tornò a Padova: nel maggio 2000 fu nominato Cappellano all’Ospedale di Camposampiero e il 16 novembre successivo fu incardinato nella diocesi di Padova. Dopo una breve parentesi come Cappellano della struttura Giubileo e dell’Hospice dell’Opera Immacolata Concezione con sede alla Mandria (in collaborazione con don Dino Biasibetti), dall’ottobre 2001 e fino al 2019 fu Cappellano di Casa Chantal e Casa S. Francesco delle Suore Salesie di Teolo. Nel periodo di permanenza a Teolo ebbe modo di inserirsi nel contesto vicariale, accompagnando i percorsi dei fidanzati, curando le iniziative locali e la collaborazione con i preti. In particolare diede un grande aiuto alla comunità di Montemerlo garantendo l’Eucaristia domenicale e il ministero delle confessioni. Nel 2018 venne nominato penitenziere alla Basilica del Carmine in Padova e collaboratore nel carcere circondariale della città. Dal 2019 era residente presso Casa del clero.

Sia nella diocesi spezzina che in quella di Padova, don Franco si è manifestato come persona dai molti colori: tanto schivo quanto capace di grandi relazioni, umile e al tempo stesso presente alle persone, dimesso nello stile quanto forte interiormente, fine nel pensiero ma anche tagliente nei giudizi, povero e austero quanto attento ai disagi di molti, tenace nel darsi al bene senza risparmio, sempre in agitazione e sempre appassionato.

La situazione di salute aveva avuto negli ultimi anni delle alterne vicende fino a che si rese necessaria l’accoglienza all’Opera della Provvidenza di Sarmeola, dove la morte ha colto don Franco nel pomeriggio di venerdì 13 maggio, ultimo atto di uno spegnersi continuo e silenzioso.

Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio nella parrocchia cittadina di San Giuseppe mercoledì 18 maggio 2022, alle ore 9 del mattino.