Una cattedrale straripante di fedeli (amici, parenti, conoscenti, confratelli, persone che hanno voluto “esserci”) stamane, martedì 29 settembre, a Padova, per rendere l’ultimo saluto a don Ruggero Ruvoletto, il missionario fidei donum della Diocesi di Padova, ucciso sabato 19 settembre nella periferia di Manaus, in Brasile, dove operava dal gennaio 2008.
Oltre 2000 i presenti, che hanno iniziato a radunarsi silenziosamente e in preghiera fin dall’apertura della Cattedrale: alle 9 la chiesa era già piena. Il funerale ha preso inizio alle ore 10; a presiedere la celebrazione mons. Antonio Mattiazzo, accanto a lui altri 11 vescovi (di cui cinque dal Brasile: mons. Francesco Biasin, vescovo di Pesqueira, mons. Bernardino Marchiò, vescovo di Caruaru; mons. Mariano Manzana, (diocesano di Trento, già direttore del Centro missionario diocesano di Trento) vescovo di Mossorò; mons. Valerio Breda, (salesiano originario di Vittorio Veneto, è stato cooperatore nella parrocchia di San Giovanni Bosco a Padova) vescovo di Penedo; mons. Genival Saraiva de França, vescovo di Palmares). Presenti tra gli altri mons. Claudio Gugerotti, nunzio apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaijan, mons. Oscar Rizzato, mons. Egidio Caporello, mons. Alfredo Magarotto. In rappresentanza delle quattro terre di missione in cui operano i fidei donum della diocesi di Padova sono rientrati in città, per partecipare al funerale: don Mariano Dal Ponte (Kenya), don Nicola De Guio (Ecuador), don Damiano Fortin (Brasile) e don Raffaele Sandonà (in attesa di partire per la missione in Thailandia).
Tra i moltissimi sacerdoti concelebranti anche don Gianni Cesena, direttore dell’Ufficio nazionale della cooperazione fra le Chiese e don Stefano Moino, il fidei donum di Treviso che ha seguito il rientro della salma in Italia e che all’inizio della celebrazione ha letto una sintesi del messaggio inviato dalla Chiesa di Manaus alla comunità diocesana di Padova, firmata dall’arcivescovo di Manaus Dom Luiz Soares Vieira e dai vescovi ausiliari Dom Mario Pasqualotto e Dom Sebastião Bandeira Coelho. Un messaggio carico di vicinanza e di partecipazione che si conclude con una richiesta «non lasciateci soli…».
Il vescovo Antonio, nell’omelia, dopo aver presentato le condoglianze più sincere alle sorelle di don Ruggero, Wilma, Rosanna, Giuliana e Luisa e a tutti i familiari, assicurando vicinanza e condivisione del dolore, ha ringraziato quanti – a partire dal Santo Padre Benedetto XVI – hanno manifestato in vari modi la partecipazione al lutto che ha colpito la Chiesa padovana.
«La morte di don Ruggero – ha detto l’arcivescovo – è una perdita molto grave, e per il modo con cui è avvenuta ci addolora profondamente. Il suo sacrificio viene ad aggiungersi a quello di altri due sacerdoti diocesani fidei donum: don Evaristo Mercurio e don Luigi Vaccari, morti in Ecuador. Non possiamo dimenticare inoltre padre Ezechiele Ramin, comboniano assassinato in Brasile. In verità – ha continuato il presule – la missione avanza con la Croce. Ma noi sappiamo e crediamo, fondati sull’esempio stesso di nostro Signore Gesù Cristo, che la messe cresce quando il chicco di grano cade a terra e muore. Non è questa uccisione quindi che fa male alla Chiesa, tutt’altro. È un segno glorioso, com’è gloriosa la Croce di Cristo».
Don Ruggero ha ricordato ancora il vescovo «ha dato il meglio di sé nella missione e, nella missione, il meglio di sé l’ha dato con il dono della vita. La missione non è un “optional” per la Chiesa, ma è la risposta al mandato di Cristo, che vuole che la salvezza, il rinnovamento del mondo da Lui compiuto, sia annunciato e donato a tutti i popoli di tutti i tempi».
A conclusione dell’omelia il vescovo di Padova ha sottolineato come il chicco caduto in terra, sta già producendo molto frutto: «Don Ruggero non ci ha lasciato in eredità benefici materiali; ma qualcosa di molto più prezioso. Quello che ci lascia per testamento è lui stesso, la sua testimonianza, la sua vita offerta in sacrificio, il dono di sé nel servizio del Vangelo. Che la nostra Chiesa sappia accogliere questa preziosa eredità, crescendo nella fede, nell’amore di Cristo, nella testimonianza evangelica».
Al termine della celebrazione un lungo applauso ha accompagnato l’uscita del feretro in una piazza stracolma di gente profondamente commossa.
L’ultimo viaggio di don Ruggero Ruvoletto è proseguito per Galta di Vigonovo (Ve), parrocchia di origine del missionario, dove il vescovo di Pesqueira, mons. Francesco Biasin ha presieduto l'ultima messa di commiato. Quindi la sepoltura nel cimitero di Vigonovo.
In allegato l'omelia pronunciata dal vescovo Antonio Mattiazzo in occasione delle esequie di don Ruggero Ruvoletto e il messaggio della Chiesa di Manaus alla comunità diocesana di Padova.