Messaggio alle comunità cristiane al termine del secondo convegno ecclesiale di Aquileia

Noi vescovi delle 15 Chiese del Nordest, che ad Aquileia abbiamo vissuto, insieme ai rappresentanti delle nostre comunità, nella gioia della Pasqua, l’esperienza di fede e di comunione del secondo Convegno ecclesiale, inviamo a tutti voi, nostri fratelli e sorelle nella fede un cordiale saluto di grazia e pace nel Signore risorto.
Dopo 22 anni dal primo convegno, ci riamo ritrovati presso la Chiesa-madre di Aquileia per attingere dalla sorgente comune della fede ecclesiale una nuova linfa e per impegnarci – come ci ha esortato il papa Benedetto XVI – «per una nuova evangelizzazione del nostro territorio e consegnare alle generazioni future l’eredità preziosa della fede cristiana»[1].
Ci siamo sentiti in comunione con voi e vi ringraziamo per le preghiere con cui ci avete accompagnato in questi giorni.
In un clima intenso di preghiera e di condivisione fraterna noi tutti, radunati ad Aquileia, abbiamo cercato di essere in ascolto di quello che lo Spirito dice, oggi, alle nostre comunità, e, insieme ascoltare le richieste, le aspirazioni ed i gemiti delle donne e degli uomini di oggi. Esprimiamo la nostra viva solidarietà ai poveri e a tutti coloro che soffrono più acutamente a causa della grave crisi economica e finanziaria. Ci siamo interrogati su come essere oggi testimoni di Cristo e dell’amore di Dio e come saperlo annunciare in un contesto culturale e sociale profondamente cambiato. Nella preghiera di lode abbiamo ringraziato il Signore per le tante opere di bene che ha ispirato e per la generosità di tanti cristiani impegnati nelle comunità. Ma abbiamo anche preso coscienza delle nostre debolezze e delle nostre manchevolezze, e per questo chiediamo sinceramente perdono a Dio e a tutti.
Siamo consapevoli della conversione a cui siamo chiamati per essere Chiesa che annuncia Gesù Cristo, salvezza e speranza dell’umanità. Ci siamo sentiti spronati a non essere una chiesa passiva o in posizione difensiva, ma propositiva e creativa, cercando nuove vie dell’annuncio del Vangelo, in dialogo rispettoso con le culture del nostro tempo.
Come comunità cristiana incarnata nel territorio del Nordest, solidale con le popolazioni che lo abitano, avvertiamo la complessità e l’incertezza di un’epoca, che ha visto prodursi trasformazioni strutturali in vari ambiti della vita personale e delle relazioni familiari e sociali. Abbiamo considerato seriamente le difficoltà e gli ostacoli a comprendere e vivere la fede cristiana e le sue esigenze spirituali ed etiche, ma abbiamo anche visto segni e germogli di novità suscitati dallo Spirito.
La situazione non ci ha condotto al pessimismo e alla rassegnazione, ma ha stimolato il senso della missione a cui il Signore oggi nuovamente ci chiama, per dare il nostro reciproco contributo al bene comune della società, per proporre la grandezza e bellezza del Vangelo della carità, per alimentare di ispirazione evangelica gli ambiti della vita quotidiana.
Ripartiamo, perciò da Aquileia, animati, non da un ottimismo ingenuo, ma da quella speranza che non delude, perché fondata su Gesù Cristo Risorto e la potenza del suo Spirito.
Vorremmo condividere con voi la nostra fiducia e la nostra speranza. Questo atteggiamento ci darà l’energia per dare attuazione alle proposte formulate dai gruppi di riflessione e a rafforzare i vincoli di comunione e collaborazione pastorale che si sono stabiliti tra le nostre Diocesi.
Grati al Signore per la bella esperienza che abbiamo vissuto ci affidiamo al suo amore e all’intercessione di Maria dei nostri santi protettori.
 
I vescovi delle Chiese del Triveneto

 
 
 
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[1] (Discorso ad Aquileia 7 maggio 2011).